AL CONVEGNO DEL CSO SUL KIWI ITALIANO RABBONI PROPONE UN FONDO COFINANZIATO DALLE OP PER FAR FRONTE ALLA CRISI DELLA BATTERIOSI

FONTE: CSO

Al Convegno, organizzato sul kiwi a Bologna da CSO e Regione Emilia Romagna, si è evidenziata la necessità di integrare il tema della giornata, focalizzato sul confronto tra redditività del kiwi in diversi paesi europei concorrenti, con una attenta e profonda analisi delle ricadute economiche della grave pandemia di batteriosi che sta infliggendo gravi danni alla coltura a livello non solo nazionale.
Lo conferma Luciano Trentini, direttore del CSO, che ha introdotto le importanti e attuali tematiche sul futuro del kiwi evidenziando, tra le altre cose, la necessità di coordinarsi a livello di Regioni Ortofrutticole Europee attraverso Areflh.
Tiberio Rabboni, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, nel suo intervento di apertura ha affermato:
“ Oggi si sta producendo una seria ipoteca sulla continuità della coltura del kiwi. Attualmente, dal punto di vista tecnico-scientifico, non abbiamo ancora le conoscenze per far fronte al problema della batteriosi che potrebbe ridurre anche del 25-30% la produzione nazionale.
La Regione Emilia Romagna – continua Rabboni- è intenzionata a compiere una forte accelerazione sul problema. Daremo vita nei prossimi giorni ad un tavolo di lavoro comune con Organizzazioni dei Produttori, Organizzazioni Professionali e sindacati per attivare un meccanismo di corresponsabilità e compartecipazione. Pensiamo ad un fondo cofinanziato dalle OP per far fronte alla crisi. Abbiamo inviato – conclude Rabboni – una lettera al Ministro Romano per chiedere maggiori risorse alla ricerca e agli indennizzi e per attivare lo stato di calamità naturale.”
Si ricollega alla preoccupazione dell’Assessore il Presidente di CSO Paolo Bruni che, nel suo intervento, dichiara:
“Siamo di fronte ad una vera calamità anche perché la batteriosi ha colpito una delle poche colture in grado di assicurare reddito alle imprese ortofrutticole. Dobbiamo però guardare al futuro – rimarca Bruni – e non rimanere ingessati in una situazione di stallo. Valutiamo i punti di forza e di debolezza del kiwi che si presenta con una offerta concentrata sia a livello europeo che nazionale ma soffre di una ancora eccessiva frammentazione commerciale. Abbiamo una offerta che si presenta sul mercato con una discreta segmentazione, dal kiwi verde, al giallo e alle tipologie a polpa rossa. Abbiamo una buona redditività per cui dobbiamo per il futuro puntare sui valori di questo prodotto straordinario che, tra l’altro, ha ancora margini di crescita in termini di consumi mondiali.
Puntiamo quindi – conclude Bruni – sulla qualificazione dell’offerta e diversificazione in funzione della conquista di nuovi mercati nel mondo.”
Il Direttore Generale dell’Assessorato Agricoltura, Valtiero Mazzotti, ha tratto le conclusioni di una giornata estremamente ricca di informazioni e approfondimenti sul kiwi:
Abbiamo – dichiara Mazzotti – una situazione internazionale che vede puntare tutti verso un certo innalzamento della qualità. Vediamo ad esempio dai dati che la Grecia ha smesso di vendere kiwi precoce, e questo è un segnale.
Le imprese possono fare molto in questo momento – continua Mazzotti- introducendo parametri e segmenti di offerta in grado di andare al consumo con requisiti ottimali.
La Regione svolge, come di consueto, un ruolo di stimolo e si attiva sul territorio per mettere a disposizione risorse utili . Quest’anno – considera Mazzotti- le risorse che ci ha destinato la Finanziaria sono estremamente ridotte ma faremo con quelle e soprattutto costruiremo sinergie.
Il problema kiwi- conclude Mazzotti – è un problema transazionale e ritengo che sia molto importante utilizzare tavoli e competenze oggi presenti, anche attraverso IKO ( International Kiwifruit Organization) per coordinarsi e attivare azioni utili a risolvere nel minor tempo possibile il problema della batteriosi”.

AL CONVEGNO DEL CSO SUL KIWI ITALIANO RABBONI PROPONE UN FONDO COFINANZIATO DALLE OP PER FAR FRONTE ALLA CRISI DELLA BATTERIOSI

FONTE: CSO

Al Convegno, organizzato sul kiwi a Bologna da CSO e Regione Emilia Romagna, si è evidenziata la necessità di integrare il tema della giornata, focalizzato sul confronto tra redditività del kiwi in diversi paesi europei concorrenti, con una attenta e profonda analisi delle ricadute economiche della grave pandemia di batteriosi che sta infliggendo gravi danni alla coltura a livello non solo nazionale.
Lo conferma Luciano Trentini, direttore del CSO, che ha introdotto le importanti e attuali tematiche sul futuro del kiwi evidenziando, tra le altre cose, la necessità di coordinarsi a livello di Regioni Ortofrutticole Europee attraverso Areflh.
Tiberio Rabboni, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, nel suo intervento di apertura ha affermato:
“ Oggi si sta producendo una seria ipoteca sulla continuità della coltura del kiwi. Attualmente, dal punto di vista tecnico-scientifico, non abbiamo ancora le conoscenze per far fronte al problema della batteriosi che potrebbe ridurre anche del 25-30% la produzione nazionale.
La Regione Emilia Romagna – continua Rabboni- è intenzionata a compiere una forte accelerazione sul problema. Daremo vita nei prossimi giorni ad un tavolo di lavoro comune con Organizzazioni dei Produttori, Organizzazioni Professionali e sindacati per attivare un meccanismo di corresponsabilità e compartecipazione. Pensiamo ad un fondo cofinanziato dalle OP per far fronte alla crisi. Abbiamo inviato – conclude Rabboni – una lettera al Ministro Romano per chiedere maggiori risorse alla ricerca e agli indennizzi e per attivare lo stato di calamità naturale.”
Si ricollega alla preoccupazione dell’Assessore il Presidente di CSO Paolo Bruni che, nel suo intervento, dichiara:
“Siamo di fronte ad una vera calamità anche perché la batteriosi ha colpito una delle poche colture in grado di assicurare reddito alle imprese ortofrutticole. Dobbiamo però guardare al futuro – rimarca Bruni – e non rimanere ingessati in una situazione di stallo. Valutiamo i punti di forza e di debolezza del kiwi che si presenta con una offerta concentrata sia a livello europeo che nazionale ma soffre di una ancora eccessiva frammentazione commerciale. Abbiamo una offerta che si presenta sul mercato con una discreta segmentazione, dal kiwi verde, al giallo e alle tipologie a polpa rossa. Abbiamo una buona redditività per cui dobbiamo per il futuro puntare sui valori di questo prodotto straordinario che, tra l’altro, ha ancora margini di crescita in termini di consumi mondiali.
Puntiamo quindi – conclude Bruni – sulla qualificazione dell’offerta e diversificazione in funzione della conquista di nuovi mercati nel mondo.”
Il Direttore Generale dell’Assessorato Agricoltura, Valtiero Mazzotti, ha tratto le conclusioni di una giornata estremamente ricca di informazioni e approfondimenti sul kiwi:
Abbiamo – dichiara Mazzotti – una situazione internazionale che vede puntare tutti verso un certo innalzamento della qualità. Vediamo ad esempio dai dati che la Grecia ha smesso di vendere kiwi precoce, e questo è un segnale.
Le imprese possono fare molto in questo momento – continua Mazzotti- introducendo parametri e segmenti di offerta in grado di andare al consumo con requisiti ottimali.
La Regione svolge, come di consueto, un ruolo di stimolo e si attiva sul territorio per mettere a disposizione risorse utili . Quest’anno – considera Mazzotti- le risorse che ci ha destinato la Finanziaria sono estremamente ridotte ma faremo con quelle e soprattutto costruiremo sinergie.
Il problema kiwi- conclude Mazzotti – è un problema transazionale e ritengo che sia molto importante utilizzare tavoli e competenze oggi presenti, anche attraverso IKO ( International Kiwifruit Organization) per coordinarsi e attivare azioni utili a risolvere nel minor tempo possibile il problema della batteriosi”.

Incontro tecnico «La batteriosi dell’actinidia in Piemonte»

Manta (CN), venerdi 29 aprile 2011 ore 9.00
Incontro tecnico "La batteriosi dell’actinidia in Piemonte"

La batteriosi dell’actinidia sta dilagando in Italia e non ha risparmiato il Piemonte. Organizzazioni e associazioni dei frutticoltori si danno appuntamento al Creso – Manta (provincia di Cuneo) venerdì 29 aprile alle ore 9.00 – per fare il punto sulla situazione e decidere i prossimi interventi.

L’agente della malattia è il batterio Pseudomonas syringae pv actinidiae (Psa). Penetra nella pianta provocando disseccamenti sempre più estesi fino a farla morire. Dai primi focolai individuati nel 2010, il Psa si è diffuso come un’onda fino ad interessare già alcune centinaia di ettari. I tecnici di base del coordinamento frutticolo, il servizio fitosanitario regionale e il Creso hanno monitorato l’evoluzione e dettato le linee per il contenimento.

Clicca qui per scaricare la locandina dell'incontro.

Nell’incontro tecnico, il Servizio fitosanitario presenterà la sequenza delle mappe epidemiologiche, mettendo in luce le cause e le modalità di diffusione sul territorio. Il Psa è arrivato in regione con materiale vivaistico infetto proveniente da Latina. Ha sorpreso la rapidità di diffusione non solo da una pianta all’altra, ma da un actinidieto all’altro. Gli abbondanti essudati delle piante sono trasportati anche dal vento, a centinaia di metri di distanza. Sono così saltate molte barriere e misure precauzionali adottate nei mesi scorsi.

Il dott. Marco Scortichini – batteriologo del CRA Centro ricerche per la frutticoltura di Roma – descriverà la biologia del batterio, come e in quali condizioni si sviluppa, come penetra e come si diffonde nella pianta. Il dott. Fabio Marocchi di Apofruit riferirà dell’esperienza maturata a Latina nella prevenzione e nei tentativi di arginare la diffusione della malattia. Lodovica Gullino, direttrice del Centro di competenza Agroinnova dell’Università di Torino riferirà della sperimentazione in corso.

Molte le linee su cui si sta lavorando, dalle sostanze che prevengono la penetrazione del batterio, agli induttori di resistenza, ai batteri "buoni" antagonisti del Psa. Il programma di ricerca 2011, che vede impegnati il Servizio Fitosanitario, Agroinnova e il Creso, è finanziato da un contributo della Fondazione CRT e dalla Regione Piemonte. Infine Graziano Vittone del Creso – Centro ricerche per la frutticoltura preciserà le indicazioni per gli interventi di difesa.

La Regione Piemonte si è mossa con tempestività e determinazione, adottando provvedimenti importanti per il contenimento della malattia, una serie di misure obbligatorie che riguardano l’estirpo delle piante infette e il divieto di nuovi impianti. L’assessore Claudio Sacchetto, che ha reperito e messo a disposizione dei frutticoltori contributi compensativi per l’estirpo, illustrerà le normative adottate.

L’actinidia in Piemonte interessa 5.500 ettari (facendone la seconda regione produttiva italiana) e una produzione di 84.000 ton che genera un fatturato di oltre 100 milioni di Euro.

Le organizzazioni professionali e gli operatori commerciali sono concordi sulla linea adottata: eliminare tutte le piante infette per impedire la trasmissione della malattia su quelle sane. E’ la condizione per poter ripartire con un’actinidicoltura più forte e competitiva.

Data di pubblicazione: 20/04/2011

Nueva Zelanda: Inician los envíos de kiwi a Europa

La cosecha y posterior packing de kiwis Zespri, en Nueva Zelanda, marchan a toda máquina. Zespri confirmó que el primer envío hacia Europa ya zarpó del Puerto Tauranga y se espera que arribe a Zeebrugge, Bélgica, durante la semana del 6 de mayo. El volumen que se anticipa sería similar al de 2010, con alrededor de 100 millones de bandejas. Por otro lado, las condiciones de producción han sido descritas como “fantásticas”, con más lluvia y temperaturas más altas de las registradas el año pasado. “Estamos esperando una excelente cosecha”, dijo el gerente de marketing del Grupo Europeo, Jean- Louis Warnimont.

“El comiendo de la temporada siempre trae consigo bastante alboroto. Lo mismo sucede durante los primeros envíos, ya que la industria se prepara para meses ocupados, donde los mercados se preocupan por abastecerse de la mejor fruta”, aseguró Sally Gardiner, gerente general de abastecimiento de Zespri.

Fuente: Simfruit

Chile: Productores de kiwi inician cosecha con menor producción

El principal problema que han debido enfrentar es el alto grado de heterogeneidad en cuanto a sabor, firmeza y materia seca, presente en el kiwi, lo que se ha traducido en una menor calidad, comparado con el mercado de Nueva Zelanda, competidor directo de los exportadores chilenos

Ocupando el tercer lugar de los países exportadores de kiwi, antecedido por Italia y Nueva Zelanda, Chile ha logrado posicionar esta fruta en los mercados internacionales gracias a la gran demanda existente, siendo el Maule la región que lidera la producción a nivel nacional.

Es en este escenario, donde los empresarios del rubro se preparan para dar inicio a la cosecha 2011, con proyecciones de una baja de un 15% en volúmenes, pero con  un mejor precio que la temporada pasada.

Así lo dio a conocer el empresario de Yerbas Buenas, Roberto Iribarren, del Fundo La Querencia y quien lleva 22 años en el rubro. “Se ve una menor cosecha, cercana al 15%, pero dentro de todo bastante bien. Ahora los precios vienen con expectativas bastante altas y se habla de valores más altos”, dijo el empresario.
Para Iribarren, el clima y la polinización, fueron los dos factores que mayormente incidieron. “Pero lo bueno de este cultivo es que tiene un techo mucho más arriba de lo que uno espera y siempre aparecen cosas nuevas que permiten mejorar el nivel de la producción”, recalcó.

A pesar de los altos volúmenes que Chile exporta, el problema que han debido enfrentar los productores es el alto grado de heterogeneidad en cuanto a sabor, firmeza y materia seca, presente en el kiwi, lo que se ha traducido en una menor calidad, comparado con el mercado de Nueva Zelanda, competidor directo de los exportadores chilenos.

Como una forma de terminar con estas barreras, la Asociación de Exportadores de Chile A.G. (Asoex), con recursos de InnovaChile de Corfo, creó el Programa de Difusión Tecnológica (PDT) del Kiwi, cuyo objetivo es mejorar la productividad y rentabilidad de las empresas exportadoras. Actualmente pertenecen 51 productores, de las regiones Metropolitana, O’Higgins y Maule.

Según explicó el ingeniero agrónomo a cargo de la iniciativa, Christian Abud, el objetivo es apuntar a dar herramientas a los productores que ayuden a mejorar la calidad y condición de la fruta, reduciendo la heterogeneidad del huerto al mínimo.
“El propósito es que tengan un producto uniforme, con el fin que el consumidor final vea que comerse una caja de kiwi chileno no es una lotería. Pero para esto el trabajo del huerto no es de una temporada, sino que se logra entendiendo que el kiwi es una cadena de eventos, donde falta un eslabón y la cadena se rompe y esos eventos parten en la poda y terminan para el productor en la cosecha”, explicó.
Idea que comparte Claudio Sánchez, productor de Agrícola Montefrutal y quien pertenece al PDT. “Ha sido una experiencia súper enriquecedora y nos ha permitido plasmar en terreno, conocimientos nuevos y la realidad de nuestras plantas hoy en día, es de niveles técnicos por sobre la media del mercado”, sostuvo.

Fuente: Diarioelcentro

Fecha de publicación: 18/04/2011