Il telerilevamento applicato al monitoraggio e allo studio della diffusione della batteriosi del kiwi

Universita’ della Tuscia Il telerilevamento applicato al monitoraggio e allo studio della diffusione della batteriosi del kiwi
Nel corso del Convegno nazionale sulla Batteriosi dell’Actinidia tenutosi a Latina il 24-24 maggio 2012 (vedi precedente articolo), il gruppo di Fitobatteriologia (DAFNE) dell’Università della Tuscia, tra le differenti comunicazioni (biologia, genomica, detection, contenimento, epidemiologia), in stretta collaborazione con lo Spin-Off Terrasystem srl (www.terrasystem.it), nell’ambito del Progetto della Regione Lazio sul cancro batterico dell’actinidia, ha presentato i risultati di uno studio pilota sviluppato nell’areale di Cisterna di Latina (LT), applicando tecniche avanzate di telerilevamento (remote sensing) e GIS, per monitorare il cancro batterico dell’actinidia (Psa).
Acquisizione aerea ed elaborazione all’infrarosso di aree ad Actinidia spp affette da Psa.
Il progetto, basandosi sullo spettro elettromagnetico nel visibile e nell’infrarosso, investigava sulle curve di riflettanza emesse dalla vegetazione di piante sane e di piante malate con lo scopo di sviluppare delle mappe informatizzate ed avere una visione d’insieme della diffusione/focolai della malattia, come di essere a supporto di strategie di contenimento della stessa e di risultare un valido supporto tecnologico, aggiornabile in tempo reale, per i servizi fitosanitari e non solo.
Curve di riflettanza di una pianta sana (a sinistra) ed una pianta malata (a destra). Clicca qui per un ingrandimento.
Investigare ampie aree con attività da terra richiede un notevole  dispendio di risorse, unità operative, anche con difficoltà nel coprire  integralmente il territorio e basandosi sulla soggettività  dell’operatore. Attraverso il telerilevamento, invece, si riesce ad  analizzare ampie aree in tempi molto ridotti, coprendo l’intero  territorio e quindi poter restituire mappe georeferenziate di elevato  dettaglio in tempi brevi.
Foto sopra: area di studio, 15 km2, investigata a sud di Cisterna di Latina. Foto sotto: taratura a terra per il rilievo di dati spettroradiometrici.

Il progetto nello specifico analizzava la possibilità di utilizzare tecnologie innovative e non invasive di monitoraggio del cancro batterico dell’actinidia, utilizzando dati aerei-satellitari multispettrali, analisi spaziale e geostatistica.
Nel corso dello studio (stagione 2011), venivano selezionate impianti ed all’interno singole piante di actinidia (spp: chinensis e deliciosa) affette da Psa (con campionamenti ed analisi di laboratorio effettuati preventivamente); quindi venivano effettuati due sorvoli sull’area oggetto d’indagine, 4 campagne spettroradiometriche su piante con Psa, 6 valutazioni del grado di malattia, 2 campagne di realtà a terra, 1 campagna spettroradiometrica su piante con carie, 1 campagna spettroradiometrica su piante con clorosi. Strumentazione impiegata appositamente montata su ultraleggero. Clicca qui per un ingrandimento.
A seguito dell’acquisizione dei dati, seguiva una complessa elaborazione e validazione statistica degli stessi che prevedeva una comparazione con tutti gli indici di vegetazione tra quelli noti in letteratura (66) calcolati sul dataset dei dati spettroradiometrici, al fine di evidenziare una correlazione significativa tra il grado di malattia e gli stessi indici di vegetazione.
L’elaborazione permetteva di evidenziare che, per differenti indici di vegetazione, sia in impianti di A. chinensis (cv. Soreli) sia in impianti di A. deliciosa (cv. Hayward), si aveva un’elevata significatività statistica nel correlare i rilievi da volo, rispetto al grado di malattia assegnato con i riscontri a terra. Similarmente, risultava evidente e statisticamente significativa anche l’analisi dei «falsi positivi» (carie, carenze minerali/nutrizionali) che potevano così essere ben distinti.
Dall’elaborazione complessiva si otteneva quindi una mappatura georeferenziata dell’areale investigato, che rispecchiava la situazione anche nel tempo.
Mappa georeferenziata dell’area di studio rispetto al grado di malattia preventivamente sviluppato.
Inoltre dopo aver sviluppato una mappa georeferenziata della diffusione e dell’intensità (incidenza) della malattia per l’intera area di studio per luglio, è stato possibile sviluppare una ulteriore mappa, questa volta previsionale, per il mese di settembre che poi si è dimostrata rispondente a quanto si è riscontrato/verificato in campo.
«Si tratta – ha commentato il Dr. Balestra, coordinatore dello studio – della prima applicazione a livello internazionale sul cancro batterico dell’actinidia di tecniche non invasive di monitoraggio mediante dati telerilevati multispettrali. Il progetto pilota in questione (SIMBAKI), pur migliorabile sotto diversi aspetti, ha evidenziato delle notevoli potenzialità nell’analisi di dettaglio, come anche di essere un importante strumento previsionale».
«Poter georeferenziare ampie aree e studiarle per l’intera stagione con una visione d’insieme – continua il ricercatore dell’Ateneo della Tuscia – rappresenterebbe una base informatizzata estremamente fruibile da tutti i servizi fitosanitari pubblici come da realtà produttive di rilievo; permetterebbe d’investigare in contemporanea su differenti aspetti che possono concorrere alla diffusione o meno della batteriosi, allerterebbe per tempo in presenza di nuovi focolai e, ripetendosi nel corso degli anni con estrema facilità, permetterebbe d’individuare aree particolarmente a rischio, come altre totalmente esenti dal batterio. Il tutto in tempi rapidi, con costi contenuti, aggiornando e gestendo il tutto, come mostrato durante il Convegno di Latina, mediante piattaforme multimediali già sperimentate con successo in altri contesti di fruibilità pubblica e privata».
Per maggiori info: Dr. Giorgio M. Balestra – Ricercatore DAFNE (Dipartimento di scienze e tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia) – Università della Tuscia Via S. Camillo de Lellis 01100 Viterbo Tel.: (+39) 0761 357474 Fax: (+39) 0761 357473 Email: [email protected] Web: www.unitus.it

Data di pubblicazione: 04/06/2012

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