Cancro batterico dell’actinidia: il punto del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna

Per valutare il cancro batterico dell'actinidia in Emilia-Romagna da un punto di vista sanitario, FreshPlaza ha incontrato Loredana Antoniacci del Servizio fitosanitario regionale.

"La batteriosi, causata da P. syringae pv. actinidiae (Psa), è considerata l'avversità più pericolosa per la coltura – ha spiegato Antoniacci. – Le prime segnalazioni in Italia risalgono al 2008, in provincia di Latina, e ora abbiamo impianti colpiti da Psa nelle principali regioni produttrici di kiwi: oltre al Lazio, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna".

I danni provocati da Psa su kiwi sono molto gravi perché il batterio non solo riduce la produzione attraverso la necrosi fiorale, ma penetra nella pianta e si diffonde rapidamente fino a determinarne la morte. "Non ci sono al momento mezzi che riescano efficacemente a contenere lo Pseudomonas, la miglior difesa è rappresentata dal taglio o estirpo della parte o pianta infetta. Per questo è importante un precoce accertamento della presenza del batterio nell’actinidieto” sostiene Loredana Antoniacci.

"In Emilia-Romagna il Psa è sotto osservazione dal 2009 grazie alla collaborazione tra Associazione di produttori, Università e Regione che hanno da subito predisposto un’apposita scheda tecnica informativa. È stato attivato con prontezza un monitoraggio, rivolto inizialmente alle aziende coltivatrici di kiwi giallo, che sembrava quello più sensibile e maggiormente attaccato. Ci siamo concentrati sui giovani impianti, realizzati dal 2007 in poi, perché i dati raccolti ci portavano ad ipotizzare che il rischio fitosanitario dipendesse principalmente dal materiale di propagazione".

"Contemporaneamente abbiamo visitato i vivai, che abbiamo terminato di controllare nel 2010, e nei quali abbiamo riscontrato tre casi di presenza della malattia che si sommano agli 11 casi di aziende colpite (vedi tabella qui sotto). Nel 2010, inoltre, la Regione Emilia-Romagna ha approvato una delibera che definisce le disposizioni di natura fitosanitaria da adottare sul territorio regionale al fine di contrastare la diffusione della malattia che prescrive la capitozzatura o l’asportazione delle parti colpite, oppure l’estirpazione delle piante colpite o dell’intero appezzamento, in funzione del rischio fitosanitario. Sono stati a tal fine previsti indennizzi per le aziende che subiscono capitozzature o estirpo".

Situazione attuale impianti colpiti da batteriosi in Emilia-Romagna

Specie  

N° impianti colpiti

Hayward e relativi impollinatori

4*

Jin Tao e Belem

6

Hort 16 A e Ck2 e Ck3

1

Totale 

11*Di cui 2 infettati da un impianto adiacente colpito dalla batteriosi

"Il patogeno colpisce tutte le specie e le varietà di actinidia coltivate, sia a polpa verde che a polpa gialla, e i rispettivi impollinatori. Nel 2011 si intende continuare l’azione di monitoraggio per gli impianti di kiwi e quella di sensibilizzazione degli agricoltori, perché siano loro i primi osservatori delle loro piante e segnalino immediatamente eventuali casi sospetti. Il monitoraggio, che è già iniziato, vedrà prioritariamente l’osservazione degli impianti intorno alle zone focolaio”.

I sintomi
I sintomi sono ben evidenti alla ripresa vegetativa sottoforma di cancri localizzati spesso in concomitanza di tagli di potatura sul tronco, cordone o tralcio con fuoriuscita di essudato rossastro. Le ferite sono, infatti, la via di penetrazione del batterio all’interno della pianta. Nel caso di infezioni da parte di Psa, scortecciando il tronco o il cordone colpito, il tessuto sottostante si presenta di color imbrunito tendente al rossastro (vedi foto sotto).

Alla ripresa vegetativa negli impianti colpiti è stato osservata la presenza di essudato batterico, prima biancastro poi rossastro, a livello delle lenticelle e dei punti di distacco delle foglie, confermando come lenticelle e ferite da distacco delle foglie e dei frutti siano vie potenziali di penetrazione del batterio (vedi foto sotto).

In fioritura il patogeno può attaccare i bottoni fiorali e i fiori causando imbrunimenti e necrosi. Da questo periodo fino a luglio il cancro batterico determina avvizzimenti dei germogli e la comparsa sulle foglie di macchie, sempre delimitate dalle nervature, prima idropiche poi necrotiche, circondate talvolta da un alone clorotico. Non sono stati evidenziati attacchi diretti sui frutti.

"L’osservazione nell’actinidieto di alcune di queste manifestazioni deve mettere in allerta gli agricoltori ma, visto che non si tratta sempre di sintomi specifici, è importante far pervenire un campione presso il laboratorio di batteriologia dal Servizio fitosanitario che effettua le diagnosi gratuitamente per gli agricoltori emiliano-romagnoli. L’accertamento tempestivo della malattia è fondamentale perché, prima si mettono in atto le misure di contenimento, maggiore è la possibilità di salvare l’impianto".

“La diffusione avviene a breve distanza tramite pioggia, vento ed attrezzi, mentre a grande distanza interviene il materiale di propagazione e, sembra, anche il polline. "Per questo – ha concluso Loredana Antoniacci – occorre prestare attenzione nel caso di impollinazione artificiale e utilizzare solo polline di cui si conosce la provenienza sicura".

Per maggiori info sulle misure disposte dalla Regione Emilia-Romagna per il controllo del cancro batterico clicca qui

Data di pubblicazione: 14/03/2011
Autore: Raffaella Quadretti
Copyright: www.freshplaza.it

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