Il kiwi Soreli puo’ essere coltivato nel Mezzogiorno, ma attenzione ai suoli ricchi di calcio e di sabbia

Il Professore Cristos Xiloyannis parla del test eseguito in un campo-prova del Metaponto
Il kiwi Soreli puo' essere coltivato nel Mezzogiorno, ma attenzione ai suoli ricchi di calcio e di sabbia

Giambattista Pepi, giornalista di FreshPlaza Italia, ha intervistato il professore Cristos Xiloyannis (nella foto a destra) del Dipartimento di Scienze dei sistemi colturali, forestali e dell’ambiente dell’Università degli studi della Basilicata sull’adattamento e sui risultati agronomici del kiwi Soreli negli areali del Mezzogiorno.

FP – Quali sono le esigenze pedo-climatiche da tener presente per la coltivazione del Kiwi Soreli negli areali del Sud e, in particolare, nel Metaponto?

CX – L’actinidia è una specie molto sensibile al calcare del suolo. Le varietà a polpa gialla sono molto più sensibili al calcare attivo rispetto alle varietà verdi. Nei terreni con più del 4% di calcare attivo è sconsigliabile piantare le varietà gialle autoradicate; sarebbe opportuno innestarle su portinnesto D1 o su piante di Hayward. Non tollera condizioni pedologiche particolarmente asfittiche ed al contempo in terreni eccessivamente sabbiosi, se non vi è sufficiente e costante disponibilità idrica, si incorre nel rischio di stress idrici.

È tra le specie coltivate con le maggiori esigenze idriche (circa 10.000 metri cubi ad ettaro su base annua nel Metapontino), per caratteristiche anatomiche e fisiologiche ha una scarsa capacità di regolare il flusso traspirativo per cui se il consorzio irriguo applica, durante il periodo estivo, turni molto lunghi e non vi sono fonti idriche aziendali (pozzi, vasche ecc) è preferibile non impiantare per evitare insuccessi. Nel periodo giugno-agosto è preferibile irrigare con turni giornalieri o, al massimo, ogni 2 giorni.

Anche l’eccessiva ventosità dell’area non depone positivamente per la buona riuscita della coltura. Oltre ai danni ai tralci e ai frutti (i frutti delle varietà a polpa gialla sono più sensibili rispetto a quelli a frutto verde come l’Hayward), il vento provoca una generale depressione della vegetazione (accartocciamenti e necrosi marginali delle foglie) e nel complesso una riduzione della produttività.

Bisogna prestare, infine, molta attenzione nell’utilizzo dei fitoregolatori allo scopo di incrementare le dimensioni ed il peso dei frutti. Non è consigliato l’uso di tali prodotti per la Soreli in quanto i frutti sono già grossi (peso medio di 100 grammi anche con produzioni molto elevate) e si rischia di peggiorare la qualità (si osservano dei distacchi dei tessuti all’interno della polpa, abbassamento della concentrazione della sostanza secca e degli elementi minerali) e modificare la forma del frutto.


A sinistra i danni provocati alla polpa di un frutto di kiwi Soreli trattato con fitormoni, a destra invece il frutto  non trattato

Spesso tali formulati vengono utilizzati senza rispettare le indicazioni della ditta produttrice (aumentando le concentrazioni e intervenendo più volte) con risultati devastanti, sia per quanto riguarda la forma del frutto, sia per la qualità e la frigoconservazione. Varietà di kiwi a polpa verde e gialla, caratterizzate da un peso medio inferiore a 80 grammi, vengono trattate con l’obiettivo di aumentare il loro peso anche del 30-40% con risultati negativi sulla qualità.

Per poter mantenere la stessa concentrazione, sia della sostanza secca, sia degli elementi minerali, in particolare calcio, nel frutto trattato, l’efficienza fotosintetica dovrebbe aumentare dello stesso valore come pure l’assorbimento e l’accumulo nel frutto degli elementi minerali (obiettivo non raggiungibile in quanto vengono sconvolte le caratteristiche genetiche della varietà).

FP – Professore come si sta comportando il Kiwi Soreli nell’area di Metaponto considerato che l’Actinidia in genere come fruttifera ha bisogno di un determinato numero di ore di freddo e notoriamente il Sud è una zona geografica che beneficia di un clima mite?
 
CX – Nei tre anni di prova, la cultivar Soreli ha anticipato di circa 15-20 giorni il germogliamento rispetto ad Hayward, confermando il più basso fabbisogno in freddo (circa 300 ore di meno rispetto all’Hayward) dell’Actinidia chinensis (kiwi giallo) rispetto all’Actinidia deliciosa (kiwi verde) il che rende la Soreli particolarmente adatta agli ambienti frutticoli meridionali.


Frutti di kiwi Soreli

FP – Da quanto tempo e dove avete costituito il campo-prova?

CX – La prova è stata impostata nell’Azienda Ruggiero Fortunato nel territorio del comune di Montalbano Jonico, in provincia di Matera. I rilievi sono stati effettuati su piante innestate nel marzo del 2006 su Hayward al 4° anno dall’impianto ed allevate a tendone. Come pianta impollinatrice lo stesso anno è stato innestato il Belen.

FP – Quali sono le caratteristiche dell’impianto?

CX – La prova è integrata in un impianto di Hayward allevato a tendone con sesto di 4 x 4 metri ed irrigato con impianto a goccia.

FP – Quali sono state le principali performance agronomiche e produttive?

CX – La Soreli è una varietà di sicuro interesse nell’Italia meridionale. La presenza di un solo frutto per corimbo è un aspetto importante per il risparmio del costo del diradamento.

La buona produttività e la pezzatura dei frutti, del tutto confrontabile con quelli dell’Hayward, la rendono valida dal punto di vista produttivo. La possibilità, inoltre, di commercializzarla già dopo pochi giorni dalla raccolta, in un periodo in cui altre varietà di kiwi anche della stessa specie non sono ancora pronte, potrebbe consentire di spuntare prezzi di vendita sicuramente soddisfacenti per l’imprenditore.
 
In particolare la produzione per pianta, nell’anno 2008, è stata di circa 70 chili (innesti alla 3a foglia) per cui è da considerare una produzione media per piante adulte di circa 100 chili pari ad una produzione di 500 quintali ad ettaro. I frutti hanno un peso medio di circa 100 grammi.

La distribuzione percentuale per classi di calibro (individuate in relazione al peso espresso in grammi dei frutti) ha mostrato frequenza maggiore per i frutti con peso compreso tra i 90 e i 110 grammi.

La raccolta è stata fatta alla fine di settembre quando la polpa aveva assunto una colorazione giallo brillante. In tale epoca la consistenza era di circa 7 chili per centimetro quadrato, un RSR di 8° Brix, con sostanza secca totale del 16%.

FP – Come controllare la batteriosi e altre malattie? Quali consigli si sente di dare ai produttori?

CX – Per la batteriosi del kiwi è preferibile impostare una strategia di prevenzione. È fondamentale partire da materiale sano all’impianto e a tal proposito si consiglia di utilizzare piante prodotte con il metodo della micropropagazione in quanto basta disporre di una sola pianta controllata dalle batteriosi, mentre per produrre con il metodo per talea bisogna disporre di un elevato numero di piante madri (da dove prelevare il materiale vegetale) che devono essere controllate dal punto di vista fitosanitario. Sono, inoltre, fondamentali le applicazioni di prodotti rameici nella fase di post raccolta, di inizio e caduta foglie, e di post-potatura, ossia in quei momenti in cui, per cause naturali o artificiali, il batterio ha una facile via di accesso all’interno della pianta.

Contatti:
Prof. Cristos Xiloyannis
Dipartimento di Scienze dei sistemi colturali, forestali e dell’ambiente dell’Università della Basilicata
Viale dell’Ateneo Lucano, 10
85100 Potenza
Cell.: (+39) 329 3606262 begin_of_the_skype_highlighting              (+39) 329 3606262      end_of_the_skype_highlighting
E-mail: [email protected]
Web: www.unibas.it/utenti/xiloyannis
Fuente: www.freshplaza.it

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