KIWI, DA UNA RICERCA ITALIANA SCOPERTO AMYLO X, UN AGROFARMACO BIOLOGICO IN GRADO DI COMBATTERE LA PSA

 

28/03/2012

È stato messo a punto da un gruppo di ricercatori dell’Università della Tuscia – guidati dal Professor Giorgio Mariano Balestra – ed è stato battezzato «Amylo X». È il primo agrofarmaco biologico in grado di combattere il batterio Psa (Pseudomonas syringae pv. actinidiae) ad essere stato brevettato in Europa. I risultati della ricerca saranno pubblicati nelle prossime settimane a livello internazionale.
»Negli ultimi anni – spiega il Professor Balestra – tra le differenti linee di ricerca sviluppate, ci siamo concentrati su strategie di difesa biologiche. Abbiamo studiato a fondo un altro batterio (un ceppo di Bacillus amyloliquefaciens) in grado di competere naturalmente e quindi in grado di proteggere soprattutto le fasi della fioritura delle piante di actinidia dagli attacchi del batterio agente del cancro del kiwi».
La sperimentazione, durata oltre due anni, si è sviluppata dapprima in laboratorio e quindi in pieno campo. »Abbiamo iniziato a studiare a fondo l’antagonista naturale in laboratorio – aggiunge Balestra – che è risultato in grado di inibire efficacemente il batterio killer Psa. Inoltre, lo stesso antagonista non è resistente agli antibiotici e può essere miscelato con i sali di rame. Quindi abbiamo testato il preparato microbiologico, l’Amylo X, in pieno campo e, partendo dalla fioritura, abbiamo avuto ottime risposte in termini di riduzione della malattia».
Lo studio portato avanti dai ricercatori si è svolto nel Lazio, Regione pesantemente colpita dalla batteriosi. È proprio nel Lazio che nel 2008 il gruppo di ricerca dell’Università della Tuscia ha isolato il batterio sul kiwi a polpa gialla. In poco tempo il microrganismo si è diffuso anche sulle varietà di kiwi a polpa verde per poi essere segnalato in molti altri stati europei e non. Dal 2010, il batterio Psa sta producendo ingenti danni anche in Nuova Zelanda dove, nel 2011 è stato autorizzato anche l’impiego di antibiotici, vietati in agricoltura in tutta l’Unione europea, ma senza dare alcun risultato concreto.
»Lavoriamo per aiutare l’intera filiera mediante strategie sostenibili sotto ogni punto di vista – sottolinea Balestra – e crediamo che, continuando a divulgare i nostri risultati, in stretta collaborazione con le istituzioni, le associazioni e i produttori di kiwi, si possa radicare il messaggio che con le opportune pratiche agronomico-colturali preventive, unitamente a determinati trattamenti fitosanitari, sia possibile convivere nel breve periodo con questa batteriosi e, successivamente, fare in modo che la stessa non rappresenti più una problematica fitopatologica economicamente rilevante».
»Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati ottenuti – conclude Balestra – perché si tratta del primo agrofarmaco registrato in Europa nei confronti questo temibile batterio. Crediamo di aver compiuto un concreto passo in avanti per aiutare un settore come quello del kiwi, in cui l’Italia è leader mondiale nella produzione e nell’esportazione».
Ad oggi, in Italia, gli ettari degli impianti di kiwi colpiti dalla malattia sono diverse migliaia e i danni stimati superano i 60 milioni di euro l’anno.

Fonte: Viterbo News

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