Emergenze kiwi e cinipide del castagno: 2 milioni di euro di fondi disponibili

Batteriosi del kiwi nel Lazio
Via libera dalla Giunta regionale del Lazio ai finanziamenti destinati agli imprenditori agricoli per far fronte alla batteriosi del kiwi. Su proposta dell'assessore alle Politiche agricole Angela Birindelli, è stato approvato il Programma regionale di intervento contributivo riferito a estirpazioni o capitozzature di piante di actinidia colpite da cancro batterico del kiwi e il relativo bando pubblico per la presentazione delle domande.

"Con l'approvazione del programma regionale – ha spiegato l'assessore Birindelli – abbiamo previsto un finanziamento di 1 milione di euro per le imprese agricole colpite dalla batteriosi del kiwi. Si tratta di risposte concrete alle difficoltà delle migliaia di agricoltori della nostra Regione che è il primo produttore nazionale del settore".

Di questo finanziamento, spiega la Regione Lazio, 800 mila euro sono riservati alle imprese agricole che hanno effettuato estirpazioni/capitozzature di piante definitivamente messe a dimora, mentre i restanti 200 mila euro sono destinati alle imprese vivaistiche che hanno effettuato estirpazioni e distruzione di materiale vivaistico.

Cinipide del castagno
Nel corso della riunione "Tavolo di filiera frutta in guscio-sezione castagne" svoltasi lo scorso 24 giugno presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, sono state illustrate e discusse le linee operative di intervento del Ministero per fronteggiare l'emergenza causata dal cinipide del castagno.

E' stato comunicato lo stanziamento, immediatamente disponibile, della somma di 1 milione di euro per avviare azioni che si svilupperanno lungo quattro direttrici:

1) la costituzione di aree di pre-moltiplicazione del Torymus sinensis, l'antagonista naturale del cinipide galligeno del castagno. Sarà compito delle Regioni presentare progetti sulla localizzazione di tali aree, mentre il Ministero provvederà a finanziarli;

2) il potenziamento del centro di moltiplicazione dell'Università di Torino DIVAPRA, gestito dal prof. Alberto Alma, che è stato il primo laboratorio a occuparsi della moltiplicazione del Torymus;

3) una valutazione sulle linee guida di ricerca tra le quali quella relativa all'adattamento dell'antagonista al territorio, all'incidenza del cinipide sulla produzione di castagne e alle possibili "ibridizzazione" del Torymus sinensis con specie indigene;

4) un maggior raccordo con l'INEA (Istituto nazionale di economia agraria) e con le associazioni presenti sul territorio, che dovranno fornire dati sulla presenza di castagneti, seguire le procedure di intervento a livello locale e informare correttamente gli operatori sulle azioni da intraprendere.

Fonte: www.asca.it

Data di pubblicazione: 27/06/2011

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