Latina: promettenti risultati di un protocollo sperimentale per il contenimento della batteriosi del kiwi

Dopo due anni di sperimentazione in provincia di Latina, e proprio all'inizio della nuova stagione produttiva del kiwi, i ricercatori dell'Università della Tuscia di Viterbo hanno divulgato i risultati ottenuti dall'applicazione di un protocollo sperimentale per il contenimento della batteriosi dell'actinidia (Pseudomonas syringae p. actinidiae – PSA). Le sperimentazioni sono state condotte tanto su kiwi a polpa gialla quanto su kiwi a polpa verde, colpiti dalla fitopatia.

In base alle conoscenze fin qui acquisite sulla biologia del batterio e sulle sue modalità di diffusione, il protocollo oggetto di sperimentazione ha previsto una serie di azioni colturali, tra le quali:

•Eliminazione mediante taglio di rami o tralci infetti e loro successiva distruzione (bruciatura).
•Applicazione di sali di rame sui tagli di potatura, al fine della loro disinfezione.
•Durante la potatura ordinaria, disinfezione costante degli utensili di taglio, con l'accortezza di procedere con le operazioni prima sulle piante sane e solo successivamente su quelle infette o sospette tali.
•Eradicazione delle piante colpite da batteriosi.
•Interventi di nutrizione delle piante, con somministrazione fogliare di sostanza organica, ferro, manganese, cloruro di calcio e nitrato di magnesio, per stimolare le loro capacità di difesa naturale contro l'infezione batterica.
Il protocollo è stato sperimentato in 6 vigneti di kiwi (2 a polpa gialla e 4 a polpa verde) in provincia di Latina, colpiti da batteriosi nel 2008, per una superficie complessiva di 6 ettari. I risultati ottenuti sono stati poi confrontati con le condizioni dei vigneti non trattati.

 

Già nel 2009, i ricercatori hanno registrato significative riduzioni dei sintomi fogliari della batteriosi (maculature o necrosi), mentre per l'intero arco della stagione vegetativa 2010, una percentuale più alta di piante (tanto di kiwi a polpa gialla quanto di quelli a polpa verde) non ha mostrato nessun sintomo di batteriosi, in confronto con gli impianti non soggetti al protocollo.

Elementi degli di nota
L'applicazione del protocollo ha prodotto un drastico abbassamento dei valori di PH nella linfa delle piante trattate, rispetto a quelle non trattate. Sembra pertanto ipotizzabile che una maggiore acidità della linfa risulti sfavorevole all'attecchimento del batterio e possa dunque contenerne la diffusione.

La validità del protocollo è risultata accresciuta laddove sia stata preceduta da una drastica potatura invernale, con eliminazione tanto dei tralci della stagione in corso che manifestavano sintomi, quanto di quelli asintomatici e già presenti (da 2 a 4 anni di età).

Rispetto alle superfici non trattate mediante il protocollo sperimentale, la produttività dei vigneti trattati è risultata notevolmente superiore: negli impianti di kiwi verde di età superiore ai 20 anni si è registrato un incremento di produzione del 40%, mentre la produttività è cresciuta del 54% nei vigneti di actinidia di età superiore ai 10 anni. Per quanto riguarda gli impianti di kiwi a polpa gialla, di età superiore a 5 anni, l'incremento produttivo è stato del 68%.

Anche il peso medio dei frutti di kiwi è stato influenzato positivamente dall'applicazione del protocollo: raggiungendo i 95 grammi per i kiwi a polpa verde (contro gli 80 grammi di quelli non soggetti a protocollo) e i 110 grammi per quelli a polpa gialla (contro gli 87 grammi di quelli non trattati).

Per maggiori informazioni:
Dr. Giorgio M. Balestra
Università della Tuscia
Facoltà di Agricoltura
Via S. Camillo de Lellis
01100 VITERBO – Italy
Tel.: +39 0761 357474
Fax: +39 0761 357473
Cell.: +39 333 4246404
Email: [email protected]
Web: www.agraria.unitus.it

Data di pubblicazione: 14/03/2011

Fuente: Freshplaza.it

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